Il gioco di Silvia

Anno: 2021  Stato: in distribuzione 
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il gioco di silvia

Un documentario di Valerio Lo Muzio e Emiliano Trovati,
scritto con Giorgia Malatrasi

una produzione e distribuzione Articolture

IN anteprima assoluta COME EVENTO SPECIALE

al biografilm FESTIVAL 2022  

DOMENICA 19 GIUGNO, ORE 21.30

 

Silvia fa i conti con il prezzo della propria libertà: il racconto senza filtri di una escort di successo, tra stereotipi e pregiudizi mai risolti della società italiana.

 

Silvia, in arte Jessica, ha e ama avere una vita agiata: quello della sex-worker è un lavoro che le consente di guadagnare molto e nonostante lo stigma verso la sua professione, con il tempo ha costruito attorno a sé un ambiente famigliare e amicale solido, dove realizzare il proprio desiderio di successo e di benessere economico. La proposta di un cliente, difficile da rifiutare, spingerà Silvia a riconsiderare il valore della propria libertà, in un gioco di specchi in cui stereotipi e pregiudizi finiscono per riflettersi nella sua stessa immagine.

 

 

Articolture ha accolto con curiosità e senso critico la proposta dei giovani ma affermati giornalisti Valerio Lo Muzio e Emiliano Trovati di realizzare un bio-pic su Silvia Tartari, nota escort bolognese di successo.

La necessità di trovare una chiave di lettura non scontata rispetto alla tematica della prostituzione e alla libera scelta di una donna che decide di esercitare questa professione, ha portato la produzione a coinvolgere alla scrittura un’autrice come Giorgia Malatrasi – creative producer di Vice e co-autrice di un bio-pic conturbante come “Searching Eva” di Pia Hellenthal (Berlinale 2019) – e collaborare con un’esperta come Giulia Zollino, antropologa ed educatrice sessuale.

Più che risposte, i registi hanno cercato le giuste domande, per comprendere come a tutt’oggi una scelta di questo tipo appaia comunque controversa agli occhi della società, per via del ruolo della donna nell’immaginario collettivo del nostro Paese. Una società che da una parte professa la piena libertà del singolo di poter disporre del proprio corpo, mentre dall’altra non smette di guardare con la coda dell’occhio alle vite degli altri. Che condanna le prostitute, ma non la prostituzione. Che mischia la legge con la morale.

Silvia come ognuno di noi, ma più di tutti noi, è vittima di stigma e pregiudizi, ma non manca a sua volta di avere pregiudizi nei confronti degli altri. Un pregiudizio superficiale e inopportuno come tanti: Silvia commette lo stesso errore di chi la giudica, rifiutando e svilendo ciò che non conosce, e la complessità delle cose. 

 

«Prima di diventare la protagonista di questo documentario, abbiamo conosciuto Silvia come fonte giornalistica, per alcuni reportage realizzati sul sex working. Ciò che colpisce di lei è la totale trasparenza: fa la escort perché ama i soldi facili e la bella vita, è assolutamente fiera della persona che è e di quello che ha costruito. L’avremmo voluta culturalmente più rilevante, esteticamente più interessante, con un pensiero sulla vita più originale? Forse, e indipendentemente dal suo lavoro. Ma questo avrebbe già significato proiettare le nostre aspettative su di lei. Invece, abbiamo cercato di limitarci a indagare, e riflettere, proprio lo spazio grigio che c’è tra la narrazione di noi stessi, il nostro essere percepiti, il percepirsi. Silvia ci ha accolti nel suo mondo, nel suo sistema di affetti e relazioni senza imbarazzi o filtri. Abbiamo forzato la mano per porla davanti ad alcune provocazioni – l’incontro con Giulia Zollino, ad esempio –, abbiamo cercato le incrinature della sua vita, senza che emergesse da parte sua alcuna volontà di inversione di rotta. Ogni ora passata con Silvia ci ha fatto rendere conto di come le idee, le norme e le percezioni che abbiamo sul sex working in Italia siano il frutto di stereotipi, pregiudizi e ipocrisie assimilati nel tempo – da lei per prima –, che ci portiamo tutti dietro in modo più o meno consapevole. Partendo dall’assunto che una donna fa ciò che vuole nella vita, soprattutto in una società dove l’edificio patriarcale ha quasi ceduto, la presenza fino a prova contraria solida e statuaria di Silvia ci ha portato a interrogarci come autori, come uomini, come millennial della classe media che temono e rischiano di scoprirsi mediocri, moralisti e conservatori. La vita di Silvia, il suo gioco, riflette come uno specchio il volto di chi la osserva: un’immagine che non sempre ci piace, con buona pace della visione che abbiamo di noi stessi».

                                                                                    Valerio Lo Muzio, Emiliano Trovati

 

 

CREDITI

Regia Valerio Lo Muzio e Emiliano Trovati

Sceneggiatura Valerio Lo Muzio e Emiliano Trovati, con Giorgia Malatrasi

Con Silvia Tartari

Prodotto da Ivan Olgiati e Chiara Galloni

Fotografia Davide Terrana

Montaggio Paolo Marzoni

Musiche originali Marta dell’Anno e Andrea Marchesino, con la partecipazione di Andrea Resce                                                        

Con il supporto di Regione Emilia-Romagna Film Commission

Product Placement Escort Advisors

distribuzione italiana Articolture