Tomaso Bruno è un ventenne italiano come tanti, inquieto, benestante e viaggiatore, partito per l’India all’inizio del 2010 in cerca di se stesso: vi troverà la morte di un amico, un’accusa d’omicidio priva di fondamento e la condanna al carcere a vita. Ma in questo tempo in cella Tomaso resiste, ricorda, immagina, legge e scrive migliaia di lettere, in cui racconta come stia trovando una propria libertà in quattro mura d’ingiustizia. Oggi, nel settembre 2014, torniamo in India con suo padre e sua madre per vivere i tre giorni di attesa prima dell’ultima, definitiva, sentenza della Corte Suprema Indiana. “Più libero di prima” non è un film di inchiesta o di denuncia, ma una sorta di racconto di formazione scritto dal protagonista. Ed è proprio dalle migliaia di lettere che Tomaso ha scritto dal carcere che parte il lavoro registico di Adriano Sforzi. Usiamo lo “strumento film” per dare spazio alla storia di Tomaso Bruno ed Elisabetta Boncompagni, che gran parte delle persone in Italia, compresi noi, non avevano mai sentito raccontare. Per converso, c’è un intero paese, Albenga, che si è stretto intorno a loro. Ci sembrava il modo migliore per essere vicini a Tomaso ed Elisabetta e alle loro famiglie, perché la loro esperienza lasci un segno tangibile.
Più libero di prima
Anno:
2016
Cosa:
documentario
Stato:
in post-produzione
Collaboratori:
Ouvert
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